Entusiasmo contagioso in parrocchia e sul web
Avvenire, 04/06/2002
Dopo i due milioni di Tor Vergata, si sono rapidamente moltiplicate le iniziative di preghiera e riflessione per giovani improntate alla ricoperta del sacramento della riconciliazione.
È sufficiente dare un’occhiata ai calendari delle diocesi per scoprire quante «liturgie penitenziali» sono in programma. In qualche caso, come a Roma, anche una volta la settimana i ragazzi si ritrovano per pregare e incontrare uno dei tanti confessori a disposizione. Protagonisti di questa riscoperta sono soprattutto i giovani «preparatori» del Servizio confessioni della Gmg. Sono 200, adeguatamente formati, che giorno e notte dal 16 al 18 agosto del 2000 hanno aiutato almeno 70mila coetanei ad avvicinarsi ai 300 confessionali all’aperto. «Sono molte le persone da cui nei tre giorni al Circo Massimo ho ricevuto tanto in accoglienza e semplicità», ricorda oggi Giulia Leonardi, una delle volontarie. «Ho ammirato i volontari, la loro competenza e disponibilità. Ma la mia grande sorpresa è stata anche nel costatare il gran numero di confessori a disposizione: non solo quelli che come me avevano dato e registrato la loro disponibilità, ma soprattutto quelli dell’ultima ora», ricorda don Mario Scalici, missionario del Sacro Cuore.
Le testimonianze vengono raccolte e aggiornate su www.giovaniericonciliazione.org, il sito voluto da don Luca Ferrari, per continuare il dialogo sui temi della Riconciliazione. Voci dal mondo: dall’Alaska padre Patrick Travers, tra i duemila Confessori della Gmg, non esita a dire che «servire come confessore al Circo Massimo è stato uno dei momenti di maggiore soddisfazione dei mio ministero sacerdotale». Un entusiasmo tutt’altro che nostalgico. «Quel giorno – dice Valentina ho avuto tante incertezze; poi, alla fine, le parole mi venivano spontanee». Una spontaneità che continua e contagia i coetanei. «La cosa più bella è che l’esperienza di Roma non è finita. Se riusciremo a tenerla viva nei nostri cuori potrà continuare, penso per sempre», commenta Valeria. Che non a caso è tra le migliaia di ragazzi che una volta tornati in parrocchia hanno chiesto al parroco di ricominciare da li, proprio dalla «Festa del Perdono».