“La misericordia attesa, invocata e ricevuta è sorgente di vero progresso per la vita personale e per quella sociale.”
È incentrata sul tema del perdono l’omelia che ieri sera il cardinale Angelo Scola ha tenuto in Duomo in occasione della quarta domenica d’Avvento. L’arcivescovo di Milano, infatti, ha parlato a lungo della dimensione spirituale, pastorale e sociale del perdono, e del sacramento della confessione, tanto da chiedere a tutti i preti di predisporsi in modo da poter raccogliere confessioni tutti i giorni in orari predefiniti e nei santuari e nelle chiese più importanti a tutte le ore.
«Il perdono donato a chi non lo meriterebbe – ha detto – è l’espressione suprema della gratuità dell’amore. I cristiani ne fanno esperienza ogni volta che si accostano al sacramento della Riconciliazione. Infatti l’uomo che smarrisce il senso del peccato si ritrova senza speranza…». «Ma la misericordia è fonte anche di rinnovamento per la vita sociale: essa impedisce di considerare il giudizio sui malfattori e la loro condanna – fattori questi necessari per l’ordinamento civile di una società – come la parola definitiva sulle loro persone». «Domando per questo ai sacerdoti secolari e religiosi – ha detto ancora Scola – di rinnovare la loro disponibilità per il ministero della confessione. In ogni parrocchia, in ogni decanato, i fedeli debbono poter trovare in chiesa, almeno in certi orari ben definiti, sacerdoti in attesa dei penitenti. E presso i santuari e le chiese maggiori la presenza del confessore deve essere continua».
Fonte: ilgiornale.it
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