L’invidia consiste nella tristezza che si prova davanti ai beni altrui e nel desiderio smodato di appropriarsene. Incide sulla realtà delle nostre relazioni, impendendo a queste di essere vere nella loro unicità. Si Parla di amicizia vera se è presente una terza persona: Dio.
“Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama”
La seconda frase è una conseguenza della prima. Glorificando Dio siamo felici e troviamo la pace qui sulla terra. È la formula della felicità. Cercare solo l’amore o l’amicizia conoscendo nuove persone, ci fa scendere a compromessi e spesso ci fa prendere la strada sbagliata. Al contrario cercare e amare la volontà del Padre e poi incontrare qualcuno con i nostri stessi desideri purifica completamente i complessi dell’ego e si perfezionano le azioni del cuore. Allora riusciamo ad amare ed essere amici veri facendo comunione. Posso riconoscere in uno strato profondo del cuore un’inquietudine che mi agita finché non trovo me stesso. Non come arbitro della mia vita, ma come vero protagonista di una storia nella quale vivo in profonda armonia: con il creato, con me stesso, con i fratelli, con Dio.
Concentrandosi sui nostri interessi sprofondiamo nella solitudine, che acceca con l’invidia
Invidia, gelosia e ingratitudine sono i peccati peggiori, soprattutto nelle relazioni perché al bene si risponde con il male. Il successo degli altri ci sembra troppo e inarrivabile: niente è mai abbastanza. “L’invidia è un vizio capitale. Consiste nella tristezza che si prova davanti ai beni altrui e nel desiderio smodato di appropriarsene. Quando arriva a volere un grave male per il prossimo, l’invidia diventa peccato mortale, Sant’Agostino vedeva nell’invidia “il peccato diabolico per eccellenza”. Esso inoltre va contro il decimo e ultimo dei comandamenti, che prepara alla beatitudine dei poveri in spirito, “perché di essi è il regno dei cieli”: la beatitudine testimonia il bene e questo consiste nella comunione. Dobbiamo bandire i desideri per ciò che non ci appartiene. Le beatitudini rivelano un ordine di felicità e di grazia, di bellezza e di pace. L’invidia rappresenta una delle forme della tristezza e quindi un rifiuto della carità, impegniamoci a vivere nell’umiltà. Vogliamo glorificare Dio? Ebbene, rallegriamoci dei progressi del nostro fratello, ed ecco che Dio sarà glorificato. “Dio sarà lodato, si dirà, dalla vittoria sull’invidia riportata dal suo servo, che ha saputo fare dei meriti altrui il motivo della propria gioia”. (CCC 2539-2540)
Come posso sconfiggere l’astio e l’invidia che sono dentro di me?
- Riconoscere i doni che mi sono stati fatti, i frutti della divina Provvidenza a me elargiti. Vedere il bene che mi è stato messo a fianco e che ho costruito insieme a Dio nelle mie relazioni.
- Non avere paura di Dio e del suo giudizio, apro il cuore e rimango sotto il suo sguardo.
- Tornare in quel luogo che mi ricorda il mio valore, la mia dignità, la bontà che sono. Tornare cioè all’amore del Padre, che ci libera da ogni tipo di “competizione” col fratello, attraverso la riconciliazione.
- Per evitare che l’invidia vada nuocere le mie relazioni privandole della loro autenticità abbiamo bisogno di gratitudine e misericordia.
Federico, Kevin
FORGIVING FOR JOY|4. Solitudine e invidia: il perdono mi libera?|G&R