La celebrazione del sacramento inizia già quando ci si pone davanti a Dio nella verità, per scoprire le proprie debolezze e i propri peccati, e così riconciliarsi pienamente con Lui.
In questa fase la presenza di un’altra persona, vicina per età, sensibilità o amicizia, può essere un valido aiuto nel risvegliare la coscienza e suscitare il desiderio del Perdono.
Il giovane volontario (il “preparatore”) si offre per leggere insieme a chi desidera confessarsi, singolarmente o a piccoli gruppi, un brano della Parola di Dio; poi, attraverso una riflessione personalizzata, invita l’altro a guardare la sua vita alla luce di quella Parola, creando le condizioni per un buon esame di coscienza.
Il “preparatore” accompagna con la preghiera anche l’incontro sacramentale del penitente con l’abbraccio del Padre: così, attraverso la sua presenza, colui che si accosta alla misericordia di Dio può sperimentare l’affetto, la vicinanza e il perdono della Chiesa, che non lascia soli i suoi figli nel loro cammino di conversione.
COME AVVIENE IN CONCRETO LA PREPARAZIONE?
Il preparatore ed il singolo o il piccolo gruppo, anzitutto, si mettono insieme in ascolto attraverso la lettura della Parola di Dio. Poi chi è incaricato della preparazione suggerisce la sua riflessione, cercando di aiutare il penitente a dialogare con quella Parola, a lasciarsi scrutare, incoraggiare, rinfrancare.
In questo modo, la coscienza del singolo è stimolata ed aiutata a giudicare se stessa sotto lo sguardo paterno di Dio. E’ un discorso diretto al cuore, al centro della persona, da cui può scaturire un semplice ascolto o un dialogo anche prolungato, ma che comunque è inteso e vissuto come un intenso momento di preghiera.
IL PERCORSO PENITENZIALE
In ogni celebrazione penitenziale animata da Giovani e Riconciliazione viene scelto come riferimento uno specifico brano della Parola di Dio. A partire da quel brano, viene elaborato un sussidio scritto (il “percorso penitenziale”) che aiuta sia i preparatori ad entrare in intimità con quella Parola di Dio in vista del loro servizio, sia i penitenti nel momento di preparazione personale prima della celebrazione del Sacramento.
Fin dalle prime esperienze ci si è chiesti: “Come far fronte, nell’impostazione delle riflessioni, alla varietà di situazioni esistenziali anche molto diverse tra loro, dei penitenti che si sarebbero accostati al sacramento?”. Proprio da questo interrogativo è nata l’idea di stendere non un unico percorso penitenziale, ma più opzioni che, a partire dalla medesima Parola di Dio, siano luce e stimolo per il concreto, particolare cammino di fede di chi si accosta al sacramento: in pratica le tematiche sono affrontate secondo differenti angolature, così che ognuno possa trovare le riflessioni più opportune ed efficaci per la propria situazione umana e spirituale.
L’ESAME DI COSCIENZA
“Maestro buono, che cosa devo fare per avere la vita eterna?” (Mc 10, 17)
“Gesù, fissatolo, lo amò e gli disse: «[…] vieni e seguimi»” (Mc 10, 21)
L’esame di coscienza è quel momento in cui guardiamo la nostra vita con lo sguardo di Dio: è uno sguardo di verità e di misericordia. Possiamo riconoscere le cose belle, come il bene che abbiamo compiuto, e ringraziarne Dio; ed insieme i peccati, cioè il male che abbiamo deliberatamente commesso, per allontanarci da esso.
“La verità vi farà liberi” (Gv 8, 32); è con questa fiducia che ci disponiamo a vagliare ogni aspetto della nostra vita: pensieri, parole, opere, omissioni (cioè il bene che avremmo potuto fare e non abbiamo fatto). Attraverso un attento esame di coscienza ci disponiamo ad una vera conversione al bene e a Colui che solo è buono, Dio (cfr. Mc 10, 18), accogliamo la legge morale interiore e ci disponiamo in definitiva alla sequela di Cristo.