Sull’Avvenire di oggi, 29 marzo, è apparso un breve articolo che riporta alcuni momenti della “festa del perdono” nella chiesa di S. Agnese in Agone a Roma.
« Non mi confesso da dieci anni e ora finalmente ho trovato la forza per chiedere perdono». Mario aspetta il suo turno, a pochi passi dal confessionale, le mani giunte e gli occhi lucidi per l’emozione. Originario di Benevento, 55 anni, ha deciso di accostarsi al sacramento della Riconciliazione dopo avere sentito parlare di ’24 ore per il Signore’. «La sinergia di preghiera e di intenti rende questo evento straordinario», spiega don Luca Ferrari, responsabile di ‘Giovani e Riconciliazione’, iniziativa nata dalla Gmg di Tor Vergata per promuovere nelle diocesi la ‘festa del perdono’. «Siamo entusiasti che il Papa abbia usato e consacrato questa espressione, che – aggiunge il sacerdote – sintetizza bene la logica con cui desideriamo ribaltare la concezione che vede il peccato come gioia e la riconciliazione come un momento di fatica e di tristezza». Attorno a don Ferrari, tanti giovani, riconoscibili per le loro felpe bianche con la croce blu stilizzata a ricordare una vela, chiamati ad animare la giornata dedicata alla Confessione nella chiesa di Sant’Agnese in Agone. «La presenza di ragazzi che invitano e accompagnano –aggiunge don Ferrari – aiuta a dilatare il concetto di riconciliazione, presentandolo nell’ottica di un cammino». «È bello che papa Francesco abbia voluto convocarci per un momento di pace e riconciliazione in questo tempo di Quaresima» osserva Luca, romano, che ha preso un permesso dal lavoro per partecipare alla celebrazione in San Pietro. «La Confessione – sottolinea – vuol dire pace, ordine, la possibilità di essere ricollocato nell’assetto originario di quando sono nato nel quale ritrovare l’abbraccio di un padre». Per Stefania Sestito, 29 anni, «è un momento di incontro con il Signore, di dialogo con un amico, per scavare nel fondo dei problemi e avere delle risposte ». Praticante avvocato, la giovane che fa parte di un gruppo arrivato da Torre di Ruggero e da Chiaravalle, in provincia di Catanzaro – cerca di rendere la Confessione ‘un appuntamento consueto’. «È un’occasione – dice – per capire il proprio posto nel mondo, importante per non perdersi». È fondamentale, conclude Stefania Aura Tormos, studentessa spagnola, «essere coscienti degli errori commessi e domandare a Dio di perdonarci e aiutarci a fare il bene».
Stefania Careddu