Tratto da Misericordia per tutti – Il sacramento della Riconciliazione come cammino, di Luca Ferrari.
L’orizzonte che si apre davanti a voi è promettente quanto incerto. La nostra cultura ci abitua alla rottura dei progetti di amore per tutta la vita. Sembra temerario ed incosciente chi si impegna ad amare così.
Il matrimonio, quando è previsto, è a tempo determinato e la consacrazione verginale è una incomprensibile utopia. Forse complice dello sbriciolamento della speranza è un equivoco piuttosto elementare. Chi non conosce il perdono, pensa che ogni più piccola debolezza costituisca la fine di un sogno, di una relazione, persino di un rapporto con i propri figli. Ecco dove ci ha portato la mancanza di Dio.
Vorrei fare una confidenza molto personale. Quando ho intuito che il Signore mi chiamava ad essere sacerdote, avevo ben presente la mia debolezza. Non avrei mai potuto accettare se avessi confidato semplicemente sulla mia buona volontà. Il mio padre spirituale è stato di grande aiuto per riconoscere i segni che il Signore poneva nella mia vita. Tuttavia, se ho risposto con fiducia è soprattutto grazie all’esperienza della Confessione. Ogni caduta poteva essere l’occasione per rialzarsi e riaffermare con più sicurezza il mio impegno. Non ci sarebbe stato nulla che mi avrebbe potuto strappare dalla misericordia di Dio, nemmeno il mio peccato.
La confessione è il miglior alleato per ogni vocazione. Questo è vero anche per il Matrimonio.
Se posso dire “sì” per sempre non è per la mia infallibilità, ma perché ho conosciuto la misericordia e il perdono.
Se il cuore chiede di amare, se teme di non riuscirci, non dobbiamo avere alcun timore. Il Signore è più grande delle nostre infedeltà e paure. E ci rende molto, molto fecondi. Non è questo che tutti desideriamo, in fondo?