Il sacramento della Riconciliaziona è un fatto pubblico o privato? E’ questa una delle domande a cui ha voluto rispondere don Luca Ferrari in questo weekend ricco di eventi in preparazione al Giubileo della Misericordia, indetto da papa Francesco.
Ai partecipanti del Convegno Catechistico Diocesano di Fiesole, svoltosi sabato 28 novembre a San Giovanni in Valdarno, dove anche il vescovo S.E. mons. Mario Meini è voluto intervenire, don Ferrari ha chiesto cosa riguardasse loro la Confessione dei propri ragazzi. Che ruolo ha il catechista o l’educatore per i giovani? Hanno il compito della testimonianza, della preghiera, dell’insegnamento, ma non solo. Don Ferrari ha sottolineato come l’educatore sia chiamato a rappresentare la Chiesa nel cammino del ragazzo verso la Riconciliazione. Una Chiesa che sa insegnare e indicare la via giusta, ma anche una Chiesa che invita, che accompagna e che sa stare accanto. Queste sono le tre parole chiave dell’accompagnamento dei giovani alla Confessione. Sapere osare l’invito: la prima carità che ogni credente può praticare. L’accompagnamento in un cammino che può essere anche difficile, buio, tortuoso. Lo stare accanto, come segno del desiderio di essere tutti un’unica famiglia di Dio, la Chiesa. Anche papa Francesco, nell’Udienza Generale del 18 Novembre, invita tutti i fedeli a tenere un atteggiamento accogliente verso i propri fratelli e lo fa con queste parole: “sempre con un sorriso, sempre mostrando l’accoglienza di quella casa, di quella chiesa, così la gente si sente felice e accolta in quel posto”.
Ecco allora che il sacramento della Riconciliazione non è un avvenimento privato, ma nemmeno pubblico. Don Ferrari sceglie i termini personale e comunitario per indicare le caratteristiche di questo evento. E lo ribadisce anche ai giovani responsabili della Pastorale Giovanile della Diocesi di San Marino – Montefeltro che ha incontrato Domenica 29 febbraio, nella parrocchia di Novafeltria (RN).
Personale indica l’incontro intimo, unico, e irripetibile che il Signore ha con ciascun penitente nel momento della Riconciliazione. Siamo tutti diversi, e Dio ci tratta tutti in modo diverso.
Comunitario perchè anche la Chiesa partecipa del desiderio di Dio di riconciliare a sè il mondo, e, con Lui e per mezzo di Lui, si impegna per far sentire ogni uomo membro della Famiglia di Dio. Per cui ogni singola celebrazione penitenziale non passerà inosservata alla comunità, perchè gioirà e sarà accanto a quel figlio che era perduto ma è tornato a Casa.