Quante volte ho esitato nell’andare a confessarmi per paura di dire i miei peccati al sacerdote? Soprattutto se si trattava di fatti pesanti e che mi facevano provare vergogna. È proprio lei, la vergogna di ammettere ad alta voce delle colpe estremamente private, che mi blocca e non mi lascia andare. Ma qui mi sorge un dubbio: che rapporto c’è tra peccato e vergogna? Com’è che sono strettamente connesse tra loro? La prima parte della parabola del figliol prodigo (Luca 15,11-32) può venire in mio aiuto per fare chiarezza.
La vergogna del figliol prodigo
Un giorno, un giovane chiede al padre di avere la sua parte di eredità perché ha deciso di lasciare casa e di rifarsi una vita altrove. Il padre gliela concede e lui parte. Va, fa le sue esperienze, finché non sperpera tutti i beni ricevuti e si trova con nulla in mano: se vuole continuare a vivere deve trovarsi un lavoro. L’unico che riesce a trovare è come guardiano di porci. È così stanco, povero, deriso da tutti e senza obiettivi nella vita che vorrebbe mangiare le carrube dei maiali, ma non può permettersi neanche quelle, perché non sono sue. Allora rientra in sé e prende la decisione di tornare a casa di suo padre, dove anche i servi sono ben voluti e si guadagnano del buon cibo. Per tutto il viaggio si ripete le parole che dovrà dire al padre: ho sbagliato, ti chiedo scusa di tutto cuore. Prendimi così come sono anche se sono sporco e malandato. Quando arriva, non fa nemmeno in tempo ad aprire bocca che il padre gli corre incontro, lo saluta, lo abbraccia, lo bacia. Non gli importa del suo pessimo stato, gli importa che sia tornato, che sia felice. Allora lo fa lavare, vestire e adornare coi gioielli più belli e costosi e fa preparare un grande pranzo per lui. Mi chiedo come sia possibile tutto ciò? Perché il padre dovrebbe comportarsi così? Anche a me, tante volte è capitato di sentirmi così.
La mia vergogna
Tutte le volte che commetto una colpa la mia anima si macchia, si sporca, si impoverisce. Ma la vergogna dove nasce? La vergogna nasce quando devo rendere conto a qualcuno del fatto che ho fallito e non sono stato all’altezza delle sue aspettative. Proprio come il ragazzo della parabola che si “rifugia” in mezzo ai porci per non farsi vedere in quello stato di povertà. La vergogna però non è solo una questione di giudizio, ma di un giudizio “velenoso”, che inquina me, chi lo pronuncia e chi lo ascolta. Ma esistono anche giudizi buoni e benevoli, anche se un po’ fuori dal mio modo normale di pensare. Tutti nel bene o nel male mi giudicano, ma solo qualcuno gli dà una connotazione molto negativa. È questo che mi ferisce tanto. Ma mi chiedo: esiste un rimedio a questa vergogna? E ne esiste uno ancora più efficace per la colpa che l’ha provocata, che è ben più profonda?
Cure e rimedi
Posso liberarmi della vergogna solo se lascio che a guardarmi nel profondo siano persone che sanno accogliermi, che sanno vedere il mio potenziale, che sanno darmi fiducia e amarmi così come sono. Sono loro che si prendono cura di me e mi danno vestiti nuovi, belli, proprio come il padre buono del racconto. È solo così che ritrovo tutta la dignità che avevo perso. La vergogna che provavo è sopraffatta dall’amore che mi viene donato. E il peccato? Il rimedio per le mie colpe è ammetterle, chiedere scusa, domandare perdono. Il rimedio è ritrovare la verità sulla mia vita e su me stesso. Entrambi questi rimedi trovano davvero la loro forma più bella e sublime nella confessione, dove non mi affido al giudizio di chiunque, ma a quello di Dio Padre, che sì mi giudica, ma mi giudica con amore, proprio perché è Padre! E non c’è niente di meglio per me che essere sotto lo sguardo di chi mi ama, perché so che mi perdonerà e vorrà sempre e solo ciò che è meglio per me. Solo in questa grazia, posso fare del mio meglio per non cadere più negli stessi errori. Ma se anche dovesse capitare di nuovo, so che senza vergogna, in qualunque momento posso ricontrarlo e pormi sotto il suo sguardo di amore che mi rende libero sia dalla colpa vera e propria, che da ogni “senso di colpa” che mi attanaglia il cuore. E così posso davvero rinascere e ripartire sicuro di essere accompagnato da un amore infinito.
Beatrice
FORGIVING FOR JOY|6. Mi vergogno del peccato |G&R